
Niente mi somiglia di più del mio modo di decorare. Quando mi chiedono di descrivere questo stile non so dare altro nome se non il mio. Ho i miei metodi e quello più deriso (e temuto) in famiglia è che aspetto sempre che qualcosa mi faccia venire la voglia, come in cucina.
Quest’anno è stata una vecchia bilancia con il suo piatto dorato. L’ho riempita di palline e pinze portacandele , così , colma di cianfrusaglie , ricorda quella che avevamo in cucina tanti anni fa.
Intorno ho messo abete, candele e vetri. La trasparenza è un elemento a cui non so rinunciare: dona luce e riempie gli spazi senza farsi notare. Ho utilizzato campane e vasi grandi abbinati per colore : vuoti , con pochi tralci o con all’interno qualche decorazione, le mie preferite.

Come ogni stagione ho arricchito a tema il vecchio filo di ferro arrugginito trovato nel campo: è una base perfetta per chi come me usa solo l’intreccio. Potete rifarlo facilmente : per ottenere lo stesso effetto invecchiato è sufficiente immergere il ferro in due parti di candeggina e una di aceto per pochi minuti
Anche mia figlia alza ormai gli occhi al cielo ma vedere ciò che si possiede con occhi diversi è davvero la più semplice, economica e soddisfacente delle soluzioni. Funziona soprattutto con le piccole cose. Quel porta batuffoli di cotone pieno di zucchero di canna è stato notato ad ogni caffè, sono questi i piccoli trionfi di cui vado più fiera.
(quante volte avete cambiato orecchini e quante invece la zuccheriera? Sono certa che, senza girare troppo, troverete almeno 5 alternative alla vostra e sarà bello tra un po’ tornare a lei...sempre che nel frattempo non sia diventata altro)
Una tavola racconta chi siete soprattutto quando non è imbandita. Per le feste raccolgo le mie bottigliette su un vassoio (o qualcosa di facile da spostare per togliere e mettere la tovaglia quella ventina di volte che le riunioni familiari richiedono) oppure lascio due o tre tralci rimasti e decoro con mele o mandarini o noci e a fine feste qualche piccola mano golosa mi ha sempre preceduto nello sparecchiare.
Per il primo piano mi sono tenuta da parte le palline più colorate per rendere omaggio alla rosa di macchia che decora la parete. Le stanze sono come le persone ognuna ha la sua luce e i suoi colori da rispettare.
Le ho lasciate un po’ sparse e ogni giorno cambiano posizione… In questo mio modo di decorare c’è una nota che ritorna sempre, me lo ha fatto notare un anziana signora. “pare che tu abbia lasciato un lavoro a metà e che il tavolo sia in attesa di vederti tornare, mia cara, questa veranda sembra la stanza di un pittore.” mi piacque sentirmelo dire e ogni tanto quando vedo disordine e confusione sorrido … perché, è normale, nella mia testa io adesso sono lo studio di un pittore!